Non nego che la mia pittura abbia una forte contaminazione con la scultura stessa.

L’emozione nelle mie immagini è sempre controllata, gestita da un’idea che non contempla casualità. Una pennellata non sarà mai stata data a caso, non sarà mai fine a se stessa, ma concorrerà a dare materia all’opera tramite una concreta progettualità grafica e cromatica.

Quando lavoro a una creazione in marmo o in bronzo, pur con le loro mille sfumature naturali, ho sempre a che fare con monocromie e bicromie, e mai con una tavolozza completa.
La necessità di dare profondità e volume a un disegno bidimensionale tramite il colore nasce quindi da un bisogno complementare, proprio della mia natura di scultore.


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